Leggere e cucinare sono le cose che mi rendono più felice al mondo. Leggere bei libri ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione di chi sono; cucinare piatti buoni per me stessa e per le persone a cui voglio bene e creare una tavola armoniosa dove sedersi e sentirsi felici è ciò che esprime maggiormente il mio concetto di “casa”.
Mi è sempre piaciuto cucinare, ma mi ci sono avvicinata in particolare dopo avere letto un libro che ha segnato uno spartiacque importante nella mia vita: sto parlando di Se niente importa di Jonathan Safran Foer, letto per la prima volta nel 2018. Si tratta di una lettura che difficilmente può lasciarti indifferente e per la prima volta mi si è manifestata la consapevolezza cruda e reale che ciò che mangi può fare davvero la differenza. Per la prima volta mi sono resa conto sul serio dell’impatto gigante che le nostre scelte alimentari hanno sulla salute del pianeta e di come una dieta onnivora sregolata non sia più sostenibile. Tempi diversi richiedono misure diverse, e tra tutte le cose ciò che maggiormente può fare la differenza è cosa si sceglie di mettere nel piatto, per questo ho iniziato a fare delle scelte alimentari ben precise: ho eliminato totalmente la carne e mi sono orientata sempre più verso un’alimentazione vegetale, con la speranza che tante altre persone come me decidano di intraprendere questo passo, scoprendo una cucina ricca, colorata, che fa stare bene le persone e il pianeta. Ho imparato a conoscere tanti ingredienti nuovi, il fantastico potere nutriente che hanno verdure, legumi e grani di tipo diverso, ho imparato ad avere cura della mia cucina e questo mi ha appassionato sempre di più.
Sempre leggendo Safran Foer, ho preso sul serio consapevolezza di come tutti gli animali che fino ad allora avevo sempre mangiato senza farmi troppi problemi erano a tutti gli effetti esseri senzienti con un sistema nervoso centrale che fa provare loro gioia, dolore, paura, né di più né di meno dei nostri cani e dei nostri gatti e questo momento di epifania ha per sempre cambiato il mio approccio verso il cibo.
Anche se la mia cucina si avvicina per gran parte a una dieta plant-based, non sono totalmente né vegana né vegetariana né onnivora per gran dispiacere di chi ama far rientrare tutto in una definizione precisa. Molto spesso mi capita di mangiare vegano per una serie di pasti ininterrotta perché ormai mi viene naturale ed è la cosa che probabilmente mi fa stare meglio; non mangio mai carne, questo sì, ma per quanto riguarda il pesce ho abbandonato del tutto tonno, salmone e altri pesci grossi, però ogni tanto mangio qualche frutto di mare, le acciughe o simili; i formaggi a casa non li mangio mai (neanche mi piacciono molto), ma ogni tanto quando sono fuori mi capita di prendere una pizza margherita, per esempio; per le uova se hanno un’origine tracciabile e sicura non mi faccio problemi a mangiarle, anche se succede raramente. Insomma, una dieta che al giorno d’oggi chiamerebbero più o meno flexitarian.
L’idea di Guerra e verdure – sito web e Instagram – è quella di darvi giornalmente l’ispirazione per piatti da cucinare per sé stessi, per la propria famiglia e gli amici. Quello che voglio fare qui è tornare a ricordare non solo la bontà e la bellezza del cibo, ma anche il suo potere sociale, di collante tra le persone e riscoprire il piacere di sedersi insieme intorno a una tavola preparata con amore. Lo faccio mettendo in scena anche le mie letture, che rappresentano buona parte del mio DNA, e in generale tutto ciò che di bello e interessante mi potrà passare sotto gli occhi, la bocca, le mani o il naso.
Non dimenticate mai di nutrire i vostri sensi.
“Come non lo vedevo prima, questo cielo così alto? E come sono felice di averlo finalmente conosciuto. Sì! tutto è vuoto, tutto è inganno, fuori che questo cielo infinito. Non c’è niente, niente all’infuori di esso. Ma anch’esso non esiste, non c’è nulla all’infuori del silenzio e della tranquillità.” da Guerra e pace di Lev Tolstoj





